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God Save the Cheese

  • Immagine del redattore: Elia Toni
    Elia Toni
  • 9 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

La rinascita del formaggio inglese tra tradizione, latte crudo e rivoluzione artigianale



Per anni, parlare di formaggio inglese ha significato evocare cheddar industriale, sapori piatti e confezioni sottovuoto. Un Paese più noto per la birra e per il tè che per il latte crudo.

Eppure, nel silenzio delle campagne britanniche, negli ultimi decenni è avvenuta una rivoluzione gentile: una rinascita guidata da casari indipendenti, allevatori ostinati e affinatori visionari che hanno riportato il formaggio artigianale inglese al centro della scena internazionale.

Oggi il Regno Unito è una delle realtà casearie più interessanti d’Europa, e non solo per varietà o tecnica: lo è per visione. Ogni forma racconta un atto di resistenza alla standardizzazione, una dichiarazione d’amore per il territorio e per le persone che lo abitano.


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Tra i simboli di questa rinascita c’è lo Stichelton, un erborinato di latte crudo prodotto nel Nottinghamshire da Joe Schneider. Nasce come omaggio — e al tempo stesso risposta — al celebre Stilton, che la legge impone di produrre con latte pastorizzato. Lo Stichelton restituisce invece la vitalità e la complessità del latte vivo: un formaggio intenso, profondo, con note di nocciola e frutta matura. È diventato un manifesto della libertà casearia britannica.

Poco più a nord, la famiglia Kirkham porta avanti l’unico Lancashire tradizionale a latte crudo ancora esistente nel Regno Unito. Il Kirkham’s Lancashire è friabile, leggermente acidulo, e conserva una rusticità che racconta la quotidianità agricola del Nord Ovest inglese.

Tra i formaggi sostenuti da Slow Food, il Berkswell — un pecorino a latte crudo delle West Midlands — rappresenta la continuità tra passato e presente: una produzione familiare, un’erba ricca di biodiversità e un sapore che unisce dolcezza e mineralità.


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Nessuna rinascita avviene da sola. A Londra, nel cuore di Covent Garden, la Neal’s Yard Dairy ha avuto un ruolo decisivo. Nata negli anni ’80 come piccola bottega di quartiere, è diventata in pochi decenni un punto di riferimento per la diffusione del formaggio artigianale britannico. Ma la vera forza di Neal’s Yard non è solo nella selezione: è nella relazione.

L’azienda lavora a fianco dei casari, li aiuta a migliorare la qualità, affina le forme, le racconta con trasparenza e competenza. È una rete di fiducia che ha saputo connettere i produttori rurali al pubblico cittadino, creando una nuova cultura gastronomica fatta di curiosità e rispetto.

Oggi Neal’s Yard esporta formaggi in tutto il mondo, ma rimane fedele a un principio semplice: ogni forma deve avere un volto, una storia e un luogo preciso.


La rinascita del formaggio inglese è, in fondo, una storia di ritorno alla terra. Non di nostalgia, ma di identità ritrovata. In un Paese che aveva dimenticato il sapore del proprio latte, il formaggio è diventato di nuovo linguaggio, comunità, cultura.

E forse è proprio da qui che possiamo imparare qualcosa: che la forza del formaggio non sta solo nella tecnica, ma nella capacità di raccontare una storia attraverso il gusto.

 
 
 

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